Colloquio con Davide Catalano, Direttore Artistico di “Corti in Cortile”. Appuntamento annuale dedicato ai cortometraggi cinematografici

corti3Colloquio con Davide Catalano, Direttore Artistico di “Corti in Cortile”. Appuntamento annuale dedicato ai cortometraggi cinematografici

L’edizione di quest’anno cosa propone?
“Saremo a Catania, anche quest’anno, per la tredicesima edizione del Festival, dal 15 al 19 settembre 2021. La programmazione prevede la selezione di opere che vengono proiettate sul grande schermo, nelle ultime tre giornate. Il 15 e il 16 settembre, invece, è prevista, per la prima volta, la presentazione di cortometraggi teatrali che verranno proiettati all’aperto. Il vincitore di questa nuova sezione riceverà come premio la realizzazione di un cortometraggio cinematografico. Il 17, 18 e 19, si svolgerà il concorso vero e proprio, con la proiezione dei corti selezionati all’interno dei quali sarà decretato il vincitore di “Corti in Cortile 2021””.

La novità di quest’anno è quindi il tema dei corti teatrali?
“Si, e non solo. E’ previsto anche l’inserimento di cortometraggi in tema horror. E poi, naturalmente, masterclass, incontri a tema e un workshop di regia”.Ci racconti come funziona la selezione per il concorso?
“Ci appoggiamo ad una piattaforma chiamata filmfreeway, dove, con un contributo di 7 dollari, registi, produttori e distributori possono inviare le loro opere. La nostra organizzazione interna, un Comitato composto da professionisti del settore, che amano i corti e che hanno accesso primario alla piattaforma, si occupa poi di una pre-selezione delle opere arrivate, tutte molto belle, a dire il vero, dando la priorità ai cortometraggi che andranno sul grande schermo. Scegliendo quelli dotate di maggiore capacità di comunicazione e ovviamente di qualità, anche dal punto di vista tecnico. In totale le opere che accedono al concorso sono 21 e sono quelle che verranno proiettate sul grande schermo. Questo elenco viene poi inviato alla giuria, che si occuperà del voto finale, la cui composizione varia anno dopo anno”.

Come è composta la giuria di quest’anno?
“I nomi selezionati sono ancora da confermare, quindi non posso anticiparli. Sicuramente però ci sarà un produttore, un direttore della fotografia, uno sceneggiatore, un regista, un compositore”.

Avete mai pensato a inserire in giuria qualcuno di più “comune”, magari preso dal pubblico abituale? 
“Il pubblico non viene coivolto nella giuria di qualità perché sono previsti criteri specifici sulla valutazione dell’opera, che sono appannaggio esclusivamente dei professionisti del settore. Il pubblicio viene coinvolto successivamente nella giuria popolare. Nel corso delle tre serate un nostro collaboratore, Andrea Gravina, distribuisce le cartoline tra il pubblico, che in questo modo è comunque coinvolto nelle votazioni, e nella scelta del vincitore”.Un cortometraggio, per essere tale, che caratteristiche deve avere? E il pubblico dei corti è diverso dal pubblico del cinema in genere?
“Abbiamo un pubblico molto attento, che predilige le sale cinematografiche e le frequenta abitualmente. Un pubblico anche molto critico, che ama i lungometraggi ma apprezza molto i cortometraggi e trova in “Corti in Cortile” un punto di riferimento. Il nostro claim è “Corti in Cortile, il Cinema in breve”: per la legge italiana un corto può durare fino a 29 minuti, per noi “festivalieri” il limite è di 16 minuti, ma preferiamo selezionare le opere che vanno dai 12 ai 14  minuti. Prevedendo la proiezione di sette cortometraggi a serata, infatti, questa è la lunghezza ideale di ciascuno.  I corti, quelli belli e piacevoli da vedere, sono di circa 8 minuti”.

corti2Un regista passa prima per i corti per poi arrivare ai cortometraggi? Ed è più difficile realizzare un corto rispetto a un lungometraggio?
“Si, per arrivare alla realizzazione dei lungometraggi bisogna passare attraverso i corti. Luca Lucini, per esempio, si è fatto apprezzare grazie a un cortometraggio che ha vinto tantissimi premi, che lo hanno portato alla realizzazione di film, per poi specializzarsi nella pubblicità. E’ molto più difficile realizzare un cortometraggio. I veri cortometraggi mi fanno pensare a quelli che andavano anni fa su Canale 5. in un programma dal titolo “Corto 5”. Cortometraggi che, alla fine, non rivelavano pienamente il significato, ma prevedevano, dopo la visione, un puro lavoro di immaginazione da parte dello spettatore che riusciva ad arrivare al senso del filmato attingendo dal proprio patrimonio emozionale e mentale. Un lungometraggio invece è “più semplice”. perché utilizza una storia, ha il tempo di spiegare un inizio, una vicenda, e una fine. Il messaggio del corto deve essere veloce, deve “stuzzicare” la mente, la fantasia. Fornisce un imput ma delega poi allo spettatore il compito e il piacere di trovare il proprio messaggio riguardo quello che ha appena visto”.

E come funziona la premiazione? Ci sono le serate di proiezione e poi? Il ruolo della giuria?
“Nel momento in cui si chiude il bando, dopo la nostra selezione, la lista dei finalisti, allestita all’interno dei vari lavori e dei vari candidati che provengono da tutto il mondo, è pronta. Mandiamo la lista alla giuria che visiona i corti. Viene compilata la scheda di valutazione mettendo i voti. Per tradizione, poi, i giudici vengono a Catania, si organizza, come ogni anno, un pranzo con la giuria e alla fine del pranzo inizia la “battaglia”. Ovvero ogni giurato giudica le opere in base alla qualità artistica, lo spessore tecnico, le componenti artistiche di produzione del progetto, l’apporto artistico del regista e dello scenegggiatore, insomma molti elementi. In 12 anni solo una volta è successo che uno dei giurati mi ha chiesto se era previsto che qualcuno, in particolare, dovesse vincere, alludendo in qualche maniera al fatto che il concorso potesse essere truccato. Ovvero se il concorso era in qualche modo “pilotato”. In quel caso la mia risposta è stata netta: nel nostro festival non è mai successo, e mai succederà, di dare un premio per amicizia o altro. E questo ormai è risaputo, a “Corti in Cortile” vince solo chi lo merita, secondo il giudizio insindacabile di giuria e pubblico. A volte può capitare di dare menzioni speciali, in speciali occasioni”.

Il Festival anche quest’anno prevede numerose sezioni: “Cinema e Ambiente” è una tra le più importanti, ce ne puoi parlare?
“E’ una sezione coordinata dallo sponsor principale del Festival, la Sicilgrassi Spa, azienda che si occupa della raccolta di grassi esausti e nella quale rivesto il ruolo di Responsabile Creativo. Nella sezione vengono coinvolti gli istituti scolastici che realizzano corti dedicati all’ambiente, disegni, filmati educativi. Tutti sul tema del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. E’ molto seguita, soprattutto dai giovani, che sono anche grandi protagonisti delle opere prodotte”.

“Corti a scuola”, invece, cosa prevede?
“Si tratta di cortometraggi realizzati dagli istituti scolastici: ogni anno le scuole preparano i corti da presentare al Festival”.

Anche “Corti LGBT” è un’altra sezione, come “Corti a scuola”?
“Si, esattamente. I corti delle diverse sezioni vengono proiettati, nei momenti a essi dedicati, poi sono previsti dibattiti sull’argomento protagonista del corto, e un question time sull’opera vista”.

Come è nata Corti in Cortile e perché in Sicilia?
“Ho deciso di realizzare un “mio” Festival dopo aver partecipato con le mie opere a molti altri Festival. Ho capito che ne volevo uno che seguisse alcune regole: il rispetto degli orari di programmazione dei corti, per esempio e il rispetto di tutti gli ospiti, al di là della loro notorietà. Così ho parlato con Nello Corleale, del Marzamemi Festival, prospettando il mio progetto. Mi sono recato presso il Comune di Catania, all’Assessorato competente, presentando il progetto, che volevo realizzare a Platamone e intitolare a Mariella Lo Giudice, un’attrice teatrale di Catania scomparsa. Il Comune ha creduto in me, e nella mia idea, e da lì è nata questa avventura che dura ormai da 12 anni. Ho lavorato con passione per creare e fidelizzare il pubblico che adesso c’è, ed è anche importante. Ora è arrivato il momento di far entrare il Festival in un mondo nuovo, attrarre produzioni, anche straniere, affinché il festival stesso diventi punto di riferimento per tutti i registi che vogliano creare le loro opere in Sicilia. Si tratta di assumere un carattere internazionale. “Corti in Cortile” nasce in Sicilia, a Platamone, perché credo, e crediamo molto nella valorizzazione  e promozione della mia, della nostra terra. Quello che vorrei è che “Corti in Cortile” diventasse un brand, naturalmente siciliano, da esportare ovunque. Noi siamo la Sicilia”.

C’è anche la sezione cortometraggi siciliani…
“E’ una sezione fantastica, ma ogni sezione è seguitissima. Nelle sale dove si proiettano questi corti, possiamo trattare argomenti diversi da quelli che invece proiettiamo sul grande schermo. In quella sede dobbiamo invece vigilare, per esempio, sui corti che contengono scene di violenza, e avvertire il pubblico di questo. Perché il pubblico è fatto di famiglie, mamme e papà con bambini che quindi, proprio per questo, vanno avvertiti”.

Ci sono state difficoltà per realizzare questa edizione, in tempo di pandemia e lockdown? E questo periodo, secondo te, è stato più fruttuoso nel senso di creatività?
“Lo scorso settembre abbiamo realizzato il Festival in presenza. Ho provato anche, a maggio 2020, un’edizione online con ospiti, anche importanti, come Pif, Ricki Tognazzi, Daniele Ciprì, ma ho capito che l’online non è la dimensione giusta. A settembre invece tutto era in presenza, ed è stata una delle migliori edizioni mai realizzate. L’unico handicap è stato la riduzione dei posti a sedere, ma a livello di contenuti si è trattato veramente di un grande successo. Al momento posso dire che l’edizione 2020 è stata in assoluto la più bella. Per quanto riguarda la creatività, è vero, paradossalmente in questo periodo di chiusure, lockdown,  in “noi” creativi è cresciuta sempre più la voglia di realizzare cose nuove, e più importanti. Appena finirà questo momento, che spero abbia risvegliato valori quali o il rispetto per la natura, l’importanza della solidarietà, credo ci rimarrà una grande lezione per tutti. E credo che ne usciremo bene, sicuramente migliori. Quello che stiamo vivendo ora è molto triste e doloroso, lutti, mancanze, ma dal punto di vista creativo forse ci siamo rinforzati. Anche io, personalmente, voglio riuscire nell’intento di far emergere il brand di Corti in Cortile, e sono sicuro che grazie al lavoro fatto, e grazie ai professionisti che lungo il corso ho conosciuto, riuscirò, riusciremo nell’intento. Gli amanti della vela direbbero: non posso cambiare la direzione del vento ma posso regolare le vele per arrivare alla mia destinazione. E mi sembra una frase calzante per questo periodo”.

Redazione